Proposta della Commissione Europea ed i consumatori sempre più consapevoli supportano

 

 

 

Nell’era delle politiche green e della sostenibilità, quel “fattaccio brutto” della plastica monouso, come qualcuno lo potrebbe chiamare, è sicuramente un tema attuale e sulla quale è richiesta una sempre più ampia e profonda consapevolezza da parte di tutte le parti coinvolte.

 

 

Un report del movimento Break free from plastic Europe ci indica che il consumo globale di materie plastiche è aumentato di oltre 20 volte negli ultimi 50 anni, e le stime prevedono che il consumo potrebbe raddoppiare nuovamente entro il 2034 se non ci sarà un’inversione di tendenza.

 

 

 

Le enormi quantità di materie plastiche che finiscono nei nostri mari  hanno un impatto considerevole sugli ambienti naturali e sulla loro capacità di fornire servizi ecosistemici cruciali. Una volta nell’ambiente, i detriti di materiale plastico possono persistere per centinaia di anni causando ingenti danni alla comunità.

 

 

 

Le microplastiche derivate dalla degradazione della plastica, e gli additivi che talvolta portano con se, come ad esempio agenti stabilizzatori, ignifughi, coloranti, etc., possono ad esempio “bioaccumulare” nei pesci e nei molluschi, determinando la presenza di ingenti quantitativi di sostanze potenzialmente tossiche, che poi si trasferiscono nella catena alimentare umana.

 

 

 

La consapevolezza della crisi ambientale, e di conseguenza della necessità di un passaggio rapido verso nuovi sistemi di consumo più sostenibili, sono sentimenti sempre più diffusi. Nell’UE, i sondaggi hanno mostrato che il 92% dei cittadini approva le azioni intraprese per ridurre l’utilizzo dei prodotti in plastica monouso, l’87% dei cittadini dell’UE mostra preoccupazione per l’impatto che la plastica può avere sull’ambiente,  e il 74% è preoccupato per l’impatto che la plastica può avere sulla loro salute.

 

 

Cercando di cogliere questa tendenza generale il 2018 parte con la Commissione Europea che, prendendo una chiara posizione riguardo alla tematica della riduzione dell’inquinamento da plastica monouso, lancia la “Strategia per la plastica nell’economia circolare”. Un anno e qualche mese dopo, siamo a giugno 2019 per la precisione, la Commissione Europea rinfranca la dose emanando la Direttiva UE sulla “Riduzione dell’impatto di determinati prodotti di plastica sull’ambiente”, per gli amici “Direttiva SUP”.

 

 

 

 

 

Lo scopo della direttiva è quello di concretizzare gli intenti esposti l’anno precedente, individuando e delineando una serie di misure politiche che i paesi dell’UE dovranno recepire per affrontare il problema degli “articoli in plastica monouso trovati sulle spiagge” entro Luglio 2021. La ratio alla base delle proposte individuate dalla direttiva in questione è quella di incentivare un’economia associata ai prodotti riutilizzabili. Sistemi basati sulla produzione e valorizzazione di articoli riutilizzabili hanno dimostrato di essere altamente efficaci e di rappresentare una soluzione concreta per fare fronte alla problematica della plastica monouso. Il già citato rapporto del movimento Break free from plastic Europe suggerisce una serie di esempi virtuosi improntati al sistema del riutilizzo, analizzando alcune categorie specifiche di prodotti individuati tra i più problematici tra quelli presenti all’interno della Direttiva.

 

 

 

In questo contesto il mondo della ristorazione e dell’industria alimentare in generale, sono chiamati inevitabilmente in causa. Riuscire ad intercettare la necessita di cambiamento, adoperandosi fin da subito nella realizzazione di nuove soluzioni, diventa una scelta obbligata.

 

 

 

 

Stretta tra l’incudine normativa, e il martello delle richieste dei consumatori, adottare un visione di medio e lungo termine rispetto a questa problematica sembra essere necessario per l’industria alimentare che, essendo direttamente interessata, dovrà assumere un ruolo trainante in questa fase di cambiamento, investendo su nuovi modelli di sviluppo sostenibile per riuscire ad affrontare in maniera efficace le sfide future.

 

 

Daniele Druella
Biologo

 

 

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