“Qui non fugaci mai vivon gli aranci,
coi fiori eterni eterno il frutto dura
e, mentre spunta l’un, l’altro matura”.[1]
Il termine agrume deriva dal latino “agro”, ovverosia acido. Con questo termine ci si riferisce al caratteristico gusto della polpa di un gran numero di frutti molto simili tra loro, tra i quali si annoverano mandarini, arance, pompelmi e altri ancora. Essi appartengono a specie diverse, ma ad un unico genere botanico: Citrus.
La nascita degli agrumi si colloca nella notte dei tempi in Cina, dalla quale si mossero nei secoli verso l’occidente fino ad arrivare in Italia in epoca Romana.
La casa del frutteto a Pompei è solo una tra le tante opere dell’epoca che ritraggono un giardino fiorito con alberi alle cui estremità pendono frutti che parrebbero in tutto dei limoni.
Tuttavia duemila anni fa gli agrumi conosciuti erano fondamentalmente tre; l’arancio amaro ed il limone i quali avevano una funzione decorativa, ed il cedro che invece pare svolgesse una funzione religiosa ed è ‘legato ancora oggi alle festività Ebraiche.’[2]
Secondo alcuni studiosi infatti, fu grazie alla mediazione degli Ebrei prima e degli Arabi dopo, che in Italia furono introdotti gli agrumi.
Fu soprattutto la dominazione Araba intorno all’anno mille ad introdurre nuove tecniche di coltivazione ed una nuova concezione degli spazi che, in Sicilia, vide fiorire giardini ricolmi di alberi di arance amare e limoni tanto da rendere alcune delle sue città degne di nota.
‘In particolare la città di Palermo, che viene presentata come «la città più bella dell’Isola», con «palazzi eccelsi e giardini ameni»’[3]
Tuttavia si dovettero aspettare i primi crociati per veder diffondere gli agrumi in tutta la penisola, specialmente in Toscana dove nel 1400 i ‘Medici […] ne promossero anche la diffusione in Europa.’[4]
Nel XV secolo si assiste inoltre alla nascita dell’uso degli agrumi nella cucina, in special modo con le carni arrosto.
E’ solamente nel 1600 però, con l’introduzione dell’arancio dolce, anche chiamato portogalli in dialetto siciliano, che si assiste allo sviluppo commerciale degli agrumi ed alla loro trasformazione da elemento estetico a cibo.
Storicamente e nella memoria collettiva l’agrume nasce in Sicilia, ma vi sono altre realtà che si sono sviluppate nei secoli diventando degli importanti centri economici.
Ad esempio, ‘intorno a Rodi Garganico, a Vico ed a Ischitella, le arance sono coltivate praticamente da sempre, tanto che una delle specie presenti è il melangolo a frutto dolce, uno dei primi agrumi giunto nel bacino del Mediterraneo dopo essere approdato anche in Cina intorno al 2200 a.C. La sua caratteristica principale è di essere piacevolmente agrodolce, in un equilibrio di gusto unico tra tutte le specie oggi conosciute.’ [5]
Grazie alle loro caratteristiche nutrizionali, a tutti conosciute per il contenuto di vitamina C, gli agrumi venivano introdotti nelle dispense delle navi per combattere lo scorbuto, malattia legata ad una carenza della suddetta vitamina che decimò l’equipaggio di Ferdinando Magellano durante la celebre circumnavigazione del globo del 1520.
Gli agrumi ci accompagnano da tempi immemori, prima come piante ornamentali, poi come medicine naturali quindi come veri e propri ingredienti, sofisticando i gusti ed i sapori della cucina e contribuendo alla costruzione dell’odierna cultura gastronomica.
Dagli agrumi canditi dagli arabi nel 1500 alle moderne ricette conosciute internazionalmente, come l’anatra all’arancia, esistono centinaia di formulazioni che vedono come protagonisti gli agrumi. Le stesse pietanze possono essere oggi inserite nell’offerta gastronomica sia domestica che commerciale, rivivendo ora conscemente la storia ed i sapori che questi frutti tramandano da generazioni.
Lorenzo Terzoli Bergamaschi
Antropologo
[1] Tasso, Torquato. Rime. Vol. 1. Sauerländer, 1807.
[2] Giarè, Francesca, and Sabrina Giuca. “Cultura, tradizioni e qualità degli agrumi.” (2009).
[3] Ibidem.
[4] Camarda, I., et al. “Un agrume nella storia della Sardegna: Citrus limon var. pompia Camarda var. nova.” Quad. Bot. Amb. Appl 24.2013 (2013): 109-118.
[5] http://www.saperesapori.it/Ilciboneltempo/Archivioarticoli/tabid/305/articleType/ArticleView/articleId/736/Gli-agrumi.aspx#.XjLG-GhKjIV
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