L’ agro-alimentare rappresenta uno dei settori economici più significativi a livello europeo in termini di impatti ambientali e di consumo di risorse. Esso è responsabile di circa il 6% del consumo finale di energia delle industrie del territorio e di circa il 2% del consumo di acqua. La quantità di energia necessaria per coltivare, trasformare, confezionare e distribuire i prodotti ai consumatori oscilla tra il 20 e 30% del consumo totale di energia in Europa, di cui circa 1/3 è richiesto dalla coltivazione e allevamento. Inoltre, nel decennio appena concluso, le emissioni di gas serra connesse al settore hanno rappresentato circa 1/5 delle emissioni globali.

 

Le ragioni elencate, unite alla crescente scarsità di risorse alimentari sul pianeta, ci portano ad identificare l’agro-alimentare come uno dei settori prioritari su cui intervenire per l’attuazione di strategie di produzione e consumo sostenibili.

 

Strategie da attuare anche su scala ridotta, da realizzare individualmente da parte di ogni singolo consumatore.

 

Si può pensare che il breve ciclo di vita di una bottiglietta d’acqua abbia inizio al supermercato e fine al bidone dell’immondizia. Ma in realtà la sua storia non finisce qui.. e nemmeno ha inizio su uno scaffale.

Il prodotto ha infatti già attraversato molte fasi nel suo ciclo di vita e molte altre lo attendono terminato il suo consumo. A titolo di esempio possiamo considerare l’energia consumata per la creazione della bottiglia in plastica, il suo trasporto presso l’industria e, una volta consumata, il suo smaltimento (con l’auspicio di vederla riciclata).

 

Per comprendere come questo ed altri processi hanno luogo e quali sono i loro impatti, esiste uno strumento efficiente: la Life Cycle Assessment (LCA).

 

 

L’LCA fornisce un’analisi rigorosa dell’impatto ambientale di tutti le fasi del processo di produzione di un determinato prodotto.

 

Questa analisi rappresenta un sistema di valutazione in grado di evidenziare le aree critiche verso cui l’azienda può concentrarsi per ridurre il suo impatto ambientale: valuta i carichi energetici e ambientali relativi a un processo o a un’attività lungo tutto il tutto il ciclo di vita del prodotto, partendo dall’estrazione al trattamento delle materie prime, dalla fabbricazione al trasporto, dalla distribuzione all’uso, dal riuso al riciclo ed infine allo smaltimento.

 

La norma di riferimento UNI EN ISO 14040 definisce l’LCA come “La compilazione e la valutazione degli input, degli output e dei potenziali impatti ambientali di un sistema di prodotto durante tutto il suo ciclo di vita”, e la norma stessa definisce le 4 fasi tipiche per la sua realizzazione:

 

  1. Descrizione dell’obiettivo e dello scopo: applicazione prevista, motivazione, tipo di pubblico a cui è destinata;
  2. Analisi dell’inventario: Raccolta e quantificazione di input ed output e loro organizzazione;
  3. Valutazione dell’impatto: Selezione e classificazione delle categorie di impatto* e uniformazione dei risultati;
  4. Interpretazione dei risultati: Come possiamo tradurre questi risultati in attività concrete? Come dovrà agire l’azienda?

 

*Le categorie di impatto ambientale valutabili con gli strumenti attuali sono 10 e comprendono: 

  • cambiamenti climatici (CO2 eq.), riduzione dello strato di ozono, creazione di foto-ossidanti, tossicità umana, ecotossicità, eutrofizzazione, acidificazione, radiazione, dispersione di calore, uso del suolo e consumo di acqua.

 

L’ LCA rappresenta uno strumento che si propone di aiutare le imprese alimentari a prendere decisioni determinanti al fine di implementare la sostenibilità dell’impresa in termini di efficienza dei processi e dei flussi produttivi, con possibili vantaggi economici correlati.

 

 

I trend di consumo evidenziano la sempre maggiore attenzione da parte dei consumatori alle tematiche ambientali, ed in un futuro non troppo lontano, oltre che paragonare i prodotti per prezzo, ingredientistica e valori nutrizionali, equipareremo anche le “etichette ambientali”, prediligendo le aziende più virtuose in termini di minor impatto ambientale.

La nascita inoltre di certificazioni legate alla sostenibilità alimentare (Global G.A.P., M.S.C. ed A.S.C., Friend of the Sea, Friend of the Earth, giusto per citarne alcune) e ad altre certificazioni più incentrate sulla specifica sostenibilità (Ecolabel, Dichiarazione ambientale di prodotto (EPD), ISO 14001) sottolineano come il mercato si stia già muovendo in questo senso.

 

 

 

Ogni elemento dell’universo, inclusi noi stessi, ha un ciclo di vita.

Conoscere i cicli di vita degli elementi che ci circondano ci consente di compararli e di prendere, nei loro confronti, decisioni consapevoli.

Davide Banfi
                                                         Dottore in scienze e tecnologie alimentari

 

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